Sgnèr Dutaur (Il Signor Dottore)

Categoria
Relazioni umane
Il medico di medicina generale

 

Il medico “di una volta”, era il medico “condotto” di tanti anni fa che gratuitamente prestava assistenza ai poveri, mentre per i cittadini ricchi su compenso, che era indicato da un tariffario. Fino all’ 800 i medici “condotti” contavano sulla propria preparazione ed esperienza perché non avevano una strumentazione tecnologica a supporto per capire la causa di una malattia. L’osservazione era il primario strumento utile alla diagnosi e successivamente alla cura dei pazienti. Le visite venivano effettuate perlopiù a domicilio, spesso in urgenza: i medici, anche nel cuore della notte a piedi, in bicicletta o portati in auto da chi ne era in possesso, accorrevano alla casa del loro paziente. La visita pratica centrata sul malato era l’unica modalità possibile. Il rapporto paziente-medico era quasi timoroso, perché chi avrebbe mai osato contraddire la loro diagnosi? La considerazione nei loro confronti era alta, erano visti come degli eletti  perché avevano avuto la fortuna di studiare ed erano degni di rispetto. D’altro canto, il medico, conosceva molto bene i propri pazienti, aveva molte informazioni anche sul nucleo famigliare che era a sua volta paziente dello stesso medico. Tante cose sono cambiate dal XIX secolo ad oggi, non solo dal punto di vista clinico.  Oggi la figura del  medico di medicina generale è argomento di discussione tra noi cittadini, quando diventiamo a malincuore pazienti. Oggi il servizio del medico di famiglia garantisce l'assistenza sanitaria indistintamente a tutti i pazienti a lui iscritti, a prescindere dal reddito. Si assicura di promuovere e salvaguardare la salute in un rapporto di reciproca fiducia e rispetto. Cosa ha stravolto oggi questo legame, fondamentale, di fiducia? Di sicuro la medicina generale ha perso da tempo il suo ruolo originario di funzione sociale del lavoro del medico. Affermazione forte questa, ma vera, che trova le giustificazioni nei recenti cambiamenti avvenuti  nel campo della medicina tutta. La figura del medico di medicina generale si è allontanata da alcune competenze, ora svolte da altre figure professionali mediche: la cura delle patologie maggiori, appannaggio degli specialisti, insieme a quelle minori, come le competenze infermieristiche, riservate al personale di competenza del territorio. E’ forse questo cambiamento, la percezione che abbiamo , di allontanamento del medico di medicina generale dal paziente? Forse vorremmo che il nostro medico si occupasse di tutto quello che ha a che fare con il nostro percorso di diagnosi? Che ci conoscesse bene? Che si ricordasse di noi quando lo contattiamo? Che ci ascoltasse di più? Vi porto ad una riflessione. Anche i medici come categoria professionale si sono dovuti adeguare ai cambiamenti socio-politici avvenuti nel Servizio Sanitario Nazionale e alla sua sostenibilità, e di conseguenza anche nei confronti della loro professione; anche loro hanno dovuto adeguarsi all'informatizzazione, anche loro hanno aumentato i carichi di lavoro e in aumento sono anche i casi in cui, mentre svolgevano il proprio dovere, ci hanno rimesso la vita. Invito a leggere, se interessati, alcune pubblicazioni citate nella bibliografia e links utili, per capire appieno che il medico ha obblighi professionali, è vero, ma allo stesso tempo anche il paziente ha dei doveri dai quali non può’ esimersi: il rispetto nei suoi confronti è uno di questi.

Bibliografia 

“Il medico di una volta”, di Stefano Balbo, ed. ISBN

“La visita medica centrata sul paziente”, di E. Moja e E. Vegni, ed. R. Cortina

“Relazioni medico - paziente”, A. Virzì, ed. F. Angeli

“Il medico 4.0. Come cambia la relazione medico-paziente nell'era delle nuove tecnologie”, di G.Pravettoni, ed. Edra

Links

https://www.paginemediche.it/benessere/cura-e-automedicazione/medico-di-famiglia-diritti-e-doveri-di-pazienti-e-medici-di-base

 

https://www.altroconsumo.it/salute/diritti-in-salute/speciali/medico-di-base

 

https://pensiero.it/in-primo-piano/commenti/paziente-o-assistito

 

https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/004/247/DOCUMENTO_FIMMG.pdf

 

https://salute.regione.emilia-romagna.it/cure-primarie/medici-e-pediatri-di-famiglia

 


 

 

Commenti_blog

tema delicato questo soprattutto per gli anziani che hanno come riferimento unico il medico di base: vorrebbero più ascolto e una vicinanza reale alla loro condizione di fragilità anche emotiva

Concordo con quanto scritto anche se io non appartengono ad una fascia fragile della popolazione. Il medico curante è un ruolo fondamentale per i cittadini tutti.

Articolo coraggioso ma vero e interessante. Ogni cittadino vorrebbe il medico curante più presente e vicino al cittadino.

Io sono fortunata: il mio curante è sempre disponile all'ascolto e quando ho bisogno mi riceve nel suo ambulatorio.

Sono una signora di 86 anni, quasi, e da 5 anni ho cambiato il mio medico per pensionamento di quello precedente. Il nuovo curante è un uomo giovane ma molto capace. Nei giorni scorsi mi ha visitata e trovato una cura efficace per la mia sinusite, che mi faceva stare molto male, respiravo molto male. Posso dire che per ora non mi lamento.

Ahimè argomento quotidiano quando si ha bisogno del dottore e si trova la linea telefonica occupata. Posso solo essere soddisfatta del mio medico ma la mia generazione è più al passo con la tecnologia e riesce con altri mezzi i comunicazione a contattarlo. Gli anziani hanno il telefono e spesso non hanno la pazienza di ritentare più volte durante le ore di ambulatorio.

Nel Comune di Bologna la presenza dei medici di medicina generale ha un buonissimo livello di presa in carico. Bisogna riflettere sui loro carichi di lavoro e capire le difficoltà nel seguire tutti i loro pazienti.

Collega grazie per il tuo contributo. Hai espresso una tua idea dal punto di vista del medico, noi come operatrici siamo sempre dall'altra parte cioè dalla parte dei pazienti e sofferenti. In tutti i modi è molto interessante sviscerare l'argomento da diversi punti di vista.

Ho letto il suo articolo e condivido la mancanza della presenza frequente nel seguire il proprio paziente soprattutto quando è allettato e non può andare in ambulatorio, anche se presente Adi. In secondo luogo per me è anche assenza di rispetto nei confronti dell'ammalato.

Argomento spinoso, ma al contempo interessante. Penso che siano molteplici i fattori che hanno modificato la percezione che il cittadino ha del proprio medico di medicina generale. Sicuramente, personalmente, non mi lamento della mia Dottoressa, giovane, ma attenta e preparata. Soffrendo di una patologia respiratoria grave necessito di controlli periodici che eseguo necessariamente presso strutture ospedaliere specializzate, e, di assumere farmaci il cui principio attivo potrebbe entrare in conflitto con altri, causandomi gravissimi problemi medici. Fortunatamente la mia Dottoressa ha ben presente questi due aspetti, sicuramente anche aiutata dai supporti tecnologici, pertanto mi richiede i controlli con la giusta tempistica e mi prescrive farmaci consoni alla mia patologia. Forse perchè sono anziano o forse perchè la mia anzianità mi conferisce un po' di saggezza in più, rispetto ancora molto il ruolo dei medici.