COHOUSING E ANZIANI

Categoria
Altro
cohousing

 

Dopo tanti anni sul servizio e-Care mi sono accorta che gli anziani che sento  quotidianamente lamentano principalmente solitudine e mancanza di relazioni durante l’arco della giornata o addirittura della settimana. Situazione che, in alcuni casi, può sfociare in gravi problematiche sia a carattere sociale che sanitario quali disturbi del sonno, ipertensione, ansia e depressione.

Secondo un report dell’Istat del 27/04/2020, in Italia sono 7.058.755 gli anziani con 75 anni e più, l’11,7% del totale della popolazione. Il 60% è composto da donne. 

La salute è un requisito indispensabile per la vita delle persone nelle diverse fasi e questo ne condiziona comportamenti e qualità. Esistono due diversi fattori che si vanno a comporre: quelli non non modificabili che influenzano il rischio di contrarre numerose malattie quali: età, sesso e predisposizione genetica e quelli modificabili attraverso la promozione di stili di vita salutari.

Negli ultimi anni si parla tanto di stile di vita sano già a partire dai 50 anni di vita per poter affrontare al meglio l’età più avanzata: mangiare con moderazione e prediligere frutta e verdura, limitare al massimo o meglio evitare alcol e fumo, fare tutti i giorni una moderata attività fisica. Tutto questo per prevenire malattie cardiocircolatorie, aumento del peso, ipertensione e diabete.

Durante una telefonata intercorsa con una signora  mi ha incuriosito la domanda di quest’ultima sul termine cohousing, parola inglese che letteralmente possiamo tradurre con “abitare insieme” o “coabitare”. La figlia le aveva parlato di questa nuova forma abitativa ma voleva saperne qualcosa di più anche da noi  visto che siamo, come ci definisce lei stessa, una finestra sul mondo esterno, un mondo giovane ed aggiornato. La signora è curiosa e ancora con tanta voglia di imparare, ci chiama spesso per avere informazioni o spiegazioni più dettagliate su di un preciso argomento ma nello stesso tempo si rende conto che questa società è molto complessa, difficile stare al passo e questo le crea un pò di ansia e frustrazione.

Da questa particolare telefonata ho iniziato una piccola ricerca e ho scoperto che sono parecchi anni che si parla di cohousing, esattamente da fine anni ’60. 

Dall’articolo di Vivere in cohousing: una soluzione per gli anziani, ma non solo del 27 luglio 2021 dell’associazione onlus Enel Cuore.

 “Il termine è stato coniato negli anni Ottanta da due architetti americani che durante gli studi a Copenaghen rimasero affascinati dall’idea di abitare in luoghi condivisi. Una pratica già diffusa in Danimarca grazie all’architetto Jan Gødmand Høyer, che per primo, negli anni Sessanta, immaginò una forma di vicinato tra abitanti che vivono in alloggi privati e ampi spazi comuni”. 

Si tratta di progetti abitativi caratterizzati da una forte integrazione sociale e basati sul supporto reciproco. Si condividono spazi comuni ed anche servizi.

I principali vantaggi di questa particolare forma abitativa sono:

  • vivere in compagnia e non più da soli, così da aumentare la solidarietà, il muto-aiuto una visione di vicinato solidale e di  progettualità.
  • condivisione dei costi e dei lavori soprattutto quando si parla di aree in comune, l’anziano non deve più assumersi il costo di un appartamento da solo e possono essere previste figure specifiche per il lavoro domestico. 
  • assistenza medica e supporto familiare meno concentrate sull’assistenza e più sulla condivisione per mantenere l’anziano il più autonomo possibile. 

Il cohousing negli anni si è diffuso specialmente nei paesi del nord Europa come: Danimarca, Svezia, Norvegia, Olanda, Inghilterra, Germania, Francia, ma anche oltreoceano in USA, Canada, Australia, Giappone. 

Sempre dall’articolo di Enel cuore Onlus:

In Italia è molto meno diffuso che nel resto d'Europa, per il momento la maggior parte dei progetti in via di sviluppo sono quelli di piccole dimensioni attigui alle RSA (residenza sanitaria assistenziale) che hanno l’obiettivo di offrire servizi di livelli diversi per anziani che si trovano in situazioni psico fisiche differenti”.

Una delle ragioni di questa mancata diffusione in Italia può essere legata al fatto che la stragrande maggioranza degli anziani predilige uno specifico stile di vita: persona sola nella propria casa di proprietà accudito quasi esclusivamente dalla famiglia. Cambiare prospettiva significherebbe affidarsi a personale esterno, fuori dalla propria cerchia familiare ed abbandonare il concetto della casa di proprietà e quindi scegliere una soluzione in affitto.  

Riuscire a dare una possibilità a questa particolare forma abitativa potrebbe aiutare a rompere questo isolamento stimolando quotidianamente la socializzazione e riponendo l’anziano al centro, considerandolo una risorsa attiva e migliorando così il suo stile di vita. 

Ecco un elenco completo delle principali cohousing in Italia:

Valle d’Aosta: Nel 2018, a Nus, è stata inaugurata la casa-famiglia per anziani autosufficienti “La Bonne Maison”. A Charvensod, entro il 2022, dovrebbe nascere un cohousing a Maison Anselmet grazie a un investimento comunale. 

Piemonte: A Novara, nell’ambito del programma Viva gli Anziani, all’interno del Villaggio Dalmazia sono stati riconvertiti al cohousing 3 appartamenti, così come l’abitazione dell’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, donata alla Comunità di Sant’Egidio, ribattezzata “Casa Simeone e Anna”. A Crevacuore, in provincia di Biella, una casa è stata donata al Comune con lo stesso obiettivo. A Beinette, provincia di Cuneo, c’è il cohousing di “Casa Nostra”, interrotto durante l’emergenza sanitaria.

Lombardia: Un cohousing per anziani è presente nel Borgo Sostenibile di Figino, a Milano, una delle principali esperienze di cohousing in Italia. A Bergamo la struttura Domitys Quarto Verde ha 124 appartamenti destinati agli anziani.

Veneto: A Treviso, Borgo Mazzini Smart Cohousing ha decine di appartamenti per gli anziani. A Padova l’esperimento di cohousing per anziane in località Arcella è facilitato dalla Comunità di Sant’Egidio.

Trentino: È una delle Regioni pioniere in Italia. “Casa alla Vela”, in località Vela a Trento, è nata nel 2014 e propone un cohousing con giovani e anziani. “Casa Cles”, sui monti della Val di Non, è attiva dal 2017. Il Comune di Bolzano sta sperimentando forme di cohousing per anziani in alloggi pubblici.

Friuli-Venezia Giulia: A Pordenone c’è “Casa Egidio”, a Trieste “Casa Blu”.

Liguria: A Genova, all’interno della casa di riposo Villa Marta di Betania, vi è una comunità-alloggio per anziani autosufficienti. Nella casa “Convivenza solidale Roberto Bianchi”, nel quartiere Carignano, abitano anziani che anziché finire in istituto hanno unito le proprie forze per vivere insieme in un appartamento. Anche a La Spezia l’associazione La Falena sta cercando di avviare un progetto di cohousing per anziani.

Toscana: A Zambra, nel Comune di Cascina in provincia di Pisa, “Isaro Casarosa” ospita persone autosufficienti oltre i 65 anni. A Grosseto, nel palazzo del Seminario Vescovile, “Casa Francesco Mocciaro” è riservata ad anziani autosufficienti che non possono contare sull’aiuto continuativo dei parenti. Il “Cohousing del Moro” è il primo caso di coabitazione tra over 60 a Lucca.

Emilia-Romagna: “Ca’ Nostra” a Modena e “Solidaria” a Ferrara sono tra i primi esempi di cohousing per anziani in Italia. Esperimenti simili sono stati replicati a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, e di recente a Bologna, nel complesso di Santa Marta.

Lazio: Guarcino, in provincia di Frosinone, è in corso di ripopolamento con pensionati e studenti e ambisce a diventare un borgo a misura di anziano. A Ostia esiste un progetto di cohousing avviato dalla Comunità di Sant’Egidio. Roma Capitale ha aperto “Casa Giada” in zona La Giustiniana, “Casa Gaia” in zona Torre Gaia, “Casa delle Viole” in zona Monteverde. Abitare Gea è promotore di progetti di cohousing diffuso nella capitale, mentre con il programma Viva gli Anziani abbiamo contribuito a realizzare un appartamento in cohousing all’interno di un condominio protetto in via Quinto Cecilio (quartiere Monteverde Vecchio).

Umbria: “Casa Mia”, a Narni Scalo in provincia di Terni, è un progetto di cohousing per persone autosufficienti o con piccole disabilità.

Campania: A Napoli, nell’ambito del programma Viva gli Anziani, sono stati effettuati lavori di ristrutturazione di un “basso” da adibire a cohousing nei locali sottostanti la Casa Famiglia nel quartiere San Lorenzo. “Nonninsieme” a Cava De’ Tirreni, provincia di Salerno, è nato per ospitare over 65 autonomi o con lievi necessità di assistenza.

 

https://www.istat.it/it/files/2020/04/statisticatoday_ANZIANI.pdf

https://homers.co/cohousing-anziani/

https://www.enelcuore.it/tematiche-sociali/articles/2021/07/cohousing-anziani

https://sociale.regione.emilia-romagna.it/anziani/gli-aspetti-demografici