La Costituzione Italiana - articolo 9

Categoria
Ambiente
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La Costituzione italiana  Immagine rimossa.

Articolo 9

  1. La Repubblica Italiana promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica
  2. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della nazione

Lo scorso 8 febbraio, la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente la proposta di legge costituzionale per modificare gli articoli 9 e 41 della Costituzione. Così facendo, viene inserita la tutela dell’ambiente tra i princìpi fondamentali dell’ordinamento italiano.   

L’articolo 9 sembra un articolo di semplice comprensione ma, dopo aver ascoltato un dibattito su Radio Rai3, ho potuto cogliere delle sfumature che dalla sola lettura non si evincono.

La Costituzione Italiana è l’unica a mettere tra i suoi fondamenti principali un articolo che, in modo esplicito, riflette una specificità dell’Italia, ovvero la sua ricchezza del patrimonio artistico.

Questa specificità era già stata sottolineata in documentazioni precedenti, come la costituzione di Siena del 1309, dove già si ragionava di questi aspetti: secondo il Costituto senese del 1309, chi governa deve mettere al primo posto “massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini“. Successivamente nel 1902 vi fu la prima legge (l. 185/1902, o Legge Nasi) sulla tutela nazionale, in particolare sulla “Tutela del patrimonio monumentale”, alla quale seguì la l. 364/1909 (Legge Rosadi-Rava) “Per le antichità e le belle arti”.

Con quest’ultima in particolare veniva presentato il procedimento di notifica, ufficializzando i singoli beni da sottoporre ad attività di tutela. Queste rimasero in vigore fino a un anno importantissimo, il 1939, quando vennero promulgate ben due leggi sulla tutela, la n. 1089 che si occupava della tutela delle cose di interesse storico artistico e la n. 1497 che trattava invece delle bellezze naturali. Il fondamento di entrambe le leggi ribadiva quanto già presentato nella normativa precedente: la necessità preventiva di individuazione delle cose o dei luoghi di interesse culturale o estetico, al fine di proteggerlo e, dunque, conservarlo. 

L’articolo 9 è anche il primo in cui compare la parola “Nazione”, usata solo tre volte in tutta la Costituzione, utilizzata con parsimonia per via del recente nazionalismo fascista come vertice dello stato. Inoltre c’è la parola “Repubblica”, impiegata per definire l’ordinamento complessivo (STATO- REGIONI- COMUNI- SOCIETÀ CIVILE). Potrebbe sembrare un articolo di minore importanza, ma per un territorio ricco come il nostro la salvaguardia del patrimonio credo sia di grande importanza. Quando stilarono la Costituzione, nel 1946, dopo un ventennio di regime dittatoriale e cinque anni di guerra, i padri e le madri costituenti guardarono molto oltre a quel momento storico, cercando non solo di tutelare l’arte, ma anche la nozione di paesaggio inteso come risultato di attività storiche ed economiche di una comunità.

Successivamente, nel marzo del 2001 viene modificato l’articolo 5 definendo che l’Italia non è più ripartita, ma bensì costituita da Regioni, e attribuendo ad esse delle  competenze.

Qui si apre un dibattito infinito perché parliamo di timori di dispersione con la distribuzione delle competenze alle Regioni, di una più scarsa attenzione alla conservazione e di una difficoltà maggiore nel capire a chi tocca proteggere e  tutelare i territori.

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Quest’articolo ha anche una funzione educativa, che è quella di porre l’attenzione sull'eredità del passato per poterla conservare in futuro. Le recenti modifiche sono in linea con la normativa europea: la Carta di Nizza (Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), si occupa della tutela dell’ambiente all’articolo 37, allo stesso modo, il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) definisce all’articolo 191 la politica ambientale comunitaria.

Ora come non mai le parole “tutela e protezione” assumono un valore assoluto, ora come non mai io mi trovo d’accordo nel voler estendere la parola patrimonio anche ai sentimenti, ai valori, all'umanità di ognuno di noi.

Per sviluppare dobbiamo sostenere e motivare. Per poter proteggere dobbiamo imparare a conservare, ad essere parsimoniosi e a trattare questo mondo con cura.

Orlandini Ambra Immagine rimossa.

 

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Questo scritto mi trova molto d'accordo. Io sono convinta che per capire chi siamo e per poter insegnare alle generazioni future dobbiamo capire chi siamo stati e da dove veniamo. il patrimonio culturale e artistico ci rappresenta perchè tutto il mondo riconosce la nostra arte, la nostra musica, la nostra cultura. Purtroppo spesso il degrado urbano sia sociale sia strutturale compromettono queste bellezze e purtroppo compromettono la nostra felicità perchè in mezzo alla bellezza (dei paesaggi, degli edifici, degli arredi, dei sentimenti) è più facile essere felici

26 maggio 2022

Bologna e la “Madonna del Campanello”.

Le mie origini sono venete ma avevo sette mesi quando Bologna mi accolse e perciò mi considero bolognese a tutti gli effetti. Però solo in questi giorni ho imparato che una tenda rossa, sulla facciata di Palazzo Francia Strazzaroli, in Piazza di Porta Ravegnana, non nasconde una finestra, come pensavo, ma bensì un’edicola in arenaria con una bellissima scultura della Madonna con Gesù Bambino, opera di Gabriele Fiorini della seconda metà del secolo XVI. Solo in particolari occasioni il drappo viene sollevato per svelare il contenuto e cioè ogni anno, quando scende in città , per alcuni giorni, la Madonna di San Luca, oppure ogni dieci anni quando la vicina chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano celebra la festa degli Addobbi. Usanza vuole che prima di sollevare il drappo venga suonato il campanello che si trova a destra della nicchia ed è per questo motivo che la statua è conosciuta dai bolognesi come “Madonna del Campanello”.

Per qualche bolognese di importazione che, come me, non conosce questa simpatica curiosità di Bologna .

 

 

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