Napoleone a Bologna

Date storiche: 5 maggio 1821

Un contributo di Marcello

Mercoledì, 5 Maggio 2021

5 maggio 1821 – Napoleone Bonaparte muore in esilio sull’isola britannica di Sant’Elena, Alessandro Manzoni gli dedicherà l’ode “Il cinque maggio” Le cause del decesso sono ancor oggi oggetto di dibattito.

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita

la terra al nunzio sta,

muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.

Lui folgorante in sòlio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:

vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.

Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.

Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui -
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.

La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;

tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria, 
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.

Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato, 
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.

E sparve, e i dì nell'ozio 
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor. 

Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere 
prode remote invan;

tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese, 
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!

Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei, 
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!

E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli, 
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.

Ahi! forse a tanto strazio 
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò; 

e l'avviò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre 
la gloria che passò.

Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza 
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.

Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita, 
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.

Data storica 19 giugno 1796 Napoleone entra a Bologna:

Nel 1796 il giovane Napoleone Bonaparte, comandante in capo dell’armata francese impegnata nella “Campagna d’Italia”, dopo essere entrato trionfante a Milano in maggio si diresse verso i territori dello Stato della Chiesa conquistando Bologna il 19 giugno: entrò in città da porta San Felice il giorno successivo, 20 giugno 1796. Subito dichiarò decaduto il governo pontificio e concentrò provvisoriamente il potere in mano al Senato, il quale chiese ai giuristi dello Studio bolognese di stendere una carta costituzionale che formalizzasse la nuova struttura di governo.

La costituzione fu votata il 4 dicembre 1796 in San Petronio, ma rimase inattuata.

Secondo i piani di Napoleone Bologna doveva diventare la capitale della della futura Italia. Le promesse di autonomia e di centralità della città di Bologna non furono però mantenute a lungo perché il 27 luglio 1797 la Repubblica Cispadana fu accorpata alla Repubblica Cisalpina con capitale Milano.

Napoleone tornò in visita a Bologna nel 1805, questa volta in veste d’Imperatore dei francesi e re d’Italia.

by Marcello

Categoria
Storia della nostra città

Commenti a questo contenuto:

Nei bei tempi passati l'ho studiata anch'io e la sapevo pure bene,  ora rammento solo la prima strofa. Non mi pareva così lunga e, a dire il vero, il leggerla dopo tanti anni non mi ha dato particolari emozioni, solo una constatazione: molto meglio le poesie corte. Comunque grazie Marcello per aver  ricordato a me e a tutti  una pagina di storia che ci ha riguardato.

La nostra amica Teresa del gruppo ForteMente, riguardo alla venuta di Napoleone a Bologna, ha inviato questo commento: Care amiche/ci leggete questo fatto curioso: con l' arrivo di Napoleone, che detestava le statue papali, la statua di Papa Gregorio Xlll, sul portone del Palazzo Comunale, fu adattata velocemente alla nuova situazione politica per evitarne l' abbattimento: la tiara fu sostituita con la mitra, in mano gli fu posto il pastorale e fu aggiunta l'iscrizione "Divus Petronius Protector et Pater" Papa Gregorio XIll fu trasformato così in San Petronio, patrono di Bologna.

Napoleone sistemò parenti e amici (anche molto abili) nelle varie corti europee. Anche qua a Bologna è vissuta una sua sorella: Elisa e la sua tomba si trova in San Petronio. Questa, morta giovane, è stata la moglie del principe Baciocchi...proprio quello del Palazzo del Tribunale dove, da giovane vedovo, continuava a dare grandi feste. Purtroppo anche i suoi tre figli maschi morirono giovani (anche questi, con il padre, sepolti in San Petronio) e il principe si ritirò. Solo la figlia visse più a lungo...e sapete come si chiamava? Napoleona..in ricordo del famoso zio!

Io da ragazzina adoravo Napoleone, avevo a mente tutte le date importanti della sua ascesa e del suo declino. Mi dava l'idea dell'uomo forte e romantico che avrei seguito in capo al mondo, quello che studiava tutto a tavolino e poi agiva facendo tesoro dello studio ma anche portato dall'impeto dell'avventura. Fino a diventare Imperatore. Col tempo ho capito quanti errori fece e quanto deve essere stata dura la sconfitta e l'esilio