I libri della nostra vita

Una sera di settembre, finite le ferie ci siamo trovate a cena con 2 amiche di YouBOS. Come sempre, le donne parlano di sè e si confrontano, e questo è il bello, o come avrebbe detto mia nonna QUESTO E' IL SUO BELLO! via via il discorso è caduto sui libri e la vita che abbiamo trascorso con loro. Perchè pensiamo che molti dei libri che abbiamo letto ci sono piaciuti perchè parlavano di noi. Allora ci è venuto in mente di lanciare un sondaggio fra gli amici di YouBOS:

  1. QUALE O QUALI SONO STATI I LIBRI CHE CI HANNO CURATO, O ACCOMPAGNATO O ADDIRITTURA PORTATO CONSIGLIO NELLA VITA?
  2. CON QUALI LIBRI ABBIAMO VIAGGIATO STANDO SUL DIVANO?
  3. CON QUALI PERSONAGGI DI LIBRI CI SIAMO IDENTIFICATI?
  4. E INFINE CI SONO LIBRI CHE CI HANNO CAMBIATO LA VITA

Lola, Mariella, Cristina

Immagini
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Libri e ricordi: anno 1950 due libri di fiabe

da Mariella

Non sono una grande lettrice, ma passo dopo  passo la lettura ha scandito, sia nel bene che nel male,  tanti  momenti della mia vita. Avevo dodici anni quando, nella strada in cui abitavo, si trasferì un ragazzino un po' timido e introverso con i calzoni corti come del resto tutti i bambini di quell'epoca. Veniva sempre a giocare nel mio cortile perché, essendo spazioso, con panchine in pietra e con due giganteschi tigli era il posto ideale per ritrovarsi in tanti. Un giorno, quel ragazzino, mi portò un libro di favole da leggere ed io guardai, prima lui poi il libro, stralunata. Comunque  presi il libro e lo portai in casa. Dopo alcuni giorni cominciai a sfogliarlo e mi accorsi che i nomi dei due protagonisti della prima favola , con la matita erano impercettibilmente cambiati con il mio e con il suo. Più che leggere il libro andai alla ricerca di quei due nomi ed ero contenta di vederli uniti. Lo restituiti senza dire nulla, ne seguì  un altro e anche in quello i nomi dei protagonisti, che alla fine si sposavano per vivere felici e contenti, erano sostituiti dai nostri. Non gli dissi nulla né lui chiese a me se avevo notato qualcosa di diverso.

Dodici anni dopo quel ragazzino mi portava all'altare.

Oh, che libri!

da Lola Valgimigli

Leggere è un’attività che mi procura calma, libera la mia fantasia e immaginazione. Libri, quotidiani, fumetti, riviste mi servono per riempire dei vuoti, delle mancanze e incertezze che da sempre costellano la mia vita.
Il genere che più addolcisce il mio tono umorale è il giallo nelle sue declinazioni di poliziesco, noir, thriller, horror. Mi immergo nelle indagini, mi assento dalla mia realtà e vivo insieme ai personaggi avventure e viaggi distraendomi con curiosità. Provo piacere a leggere le analisi dei fatti, le osservazione e le descrizioni di persone e luoghi. Impagabili i viaggi in lungo e in largo negli Stati Uniti che ho fatto accompagnando la giovane studentessa di legge nella sua clandestinità, mentre Cia e Fbi erano alla caccia dell’uomo per l’omicidio di due giudici della Corte Suprema. Sto parlando del legal thriller “Il rapporto Pelican” di John Grisham. Questo genere di lettura è spesso terapeutica perché mi rifletto nei personaggi e più mi identifico in situazioni assurde più mi diverto a ridere delle mie incapacità e a ridimensionare i miei grattacapi. E’ il caso del romanzo “Il gallo è morto” di Ingrid Noll.
Ho parlato di questa simpatia verso i libri gialli in un recente incontro del gruppo YouBOS e Cristina Malvi mi ha suggerito “Il circolo del giallo” presso la Biblioteca Comunale Sala Borsa. Non ho perso tempo, il 15 settembre scorso mi sono inserita in questo gruppo di lettura con soddisfazione per la piacevole accoglienza e l’interessante svolgimento dell'incontro in presenza. Sono rimasta colpita dall’enorme schermo per il collegamento Meet con le persone a casa e dall’abilità di Rosalia Ragusa, responsabile Servizi al pubblico Biblioteca Sala Borsa, a condurre  il vivace gruppo del circolo.

Libri e ricordi: anno 1952

da Mariella

La fanciullezze era terminata, lasciai perdere i giochi maschili e mi scoprii tutta al femminile con trine e fronzoli. Anche i libri cambiarono e venne il periodo di quelli scritti della Delly, in realtà due fratelli francesi, e da Liala pseudonimo di una scrittrice italiana. In ambedue i casi questi libri andavano a riempire una letteratura rosa destinata alle ragazze della mia generazione e anche a quelle successive con le trame che si assomigliavano tutte e realizzate su uno stereotipo sempre fedele a se stesso e immutabile : l'opposizione fra una protagonista bellissima, buona e brava che simboleggia la fanciulla pura e perfetta e tutti gli altri personaggi che cercano di ostacolare la sua ricerca dell'amore eterno quello quasi sempre consacrato nel matrimonio e duraturo "fin che morte non ci separi."  come recita la formula matrimoniale. Ne lessi diversi e ho netto il ricordo che le protagoniste erano quasi sempre bionde con gli occhi azzurri o verdi , persino violetti. Le  rivali erano sempre perfide con gli occhi scuri come i miei e questo non mi piaceva affatto.

Libri e ricordi: anno 1954

da Mariella

Poi arrivò il tempo della scuola superiore e il romanzo dei romanzi da leggere e commentare. Quanto l'ho detestato e che fatica ho fatto a leggere quelle pagine che in realtà poi allora non lessi perché come qualsiasi studente, non proprio volonteroso, imparai che esistevano libricini stampati dalla casa editrice Bignami che presentava il riassunto di tanti romanzi classici compreso quello che dovevo leggere. Alla libreria Nanni, sotto al Portico della Morte ne vendevano anche di usati, ma era difficile trovarli e questo faceva presagire che non ero la sola a cercare quella scappatoia. Fui fortunata e col mio bel Bignamino imparai le peripezie di Renzo e Lucia che sembravano non finire mai, però anche per loro ci fu il lieto fine. Solo molti decenni dopo ripresi in mano il romanzo "I promessi sposi” provando il gusto della lettura di quelle pagine. Il capitolo della mamma che porta la figlia Cecilia in braccio per accomodarla sul carro funebre che raccoglieva tutti i morti ancora sa commuovermi, come la poesia del Pascoli L'aquilone: ” Meglio venirci con la testa bionda, poi che fredda giacque sul guanciale, ti pettinò co bei capelli a onda... tua madre adagio  per non farti male."

Libri e ricordi: anni della maturità 1970

da Mariella

Poi vennero gli anni della maturità: matrimonio e due figli a brevissima distanza l'uno dall'altra. Mio marito era un grande lettore e così in casa mia entravano, ogni giorno, tre quotidiani: 'Il Resto del Carlino' , 'Il Corriere delle sera' e 'Il sole 24 Ore'. Per i bambini i settimanali Tex Willer e Topolino, credo di ricordare. Per me nessuna rivista femminile, mi pareva danaro sprecato! Eravamo anche soci del 'Club degli editori' non sono sicura si chiamasse così, ma ogni mese avevamo l'impegno di acquistare un libro, a prezzo contenuto, tra quelli proposti; quasi sempre erano di autori americani, ma anche i classici della letteratura italiana. Spesso il club metteva in vendita tre libri al prezzo di uno e così la libreria fu uno dei primi mobili che dovemmo acquistare. Ad essere sincera, la maturità, rappresenta il periodo della mia vita in cui ho letto meno, ma tra figli, marito, casa e lavoro... di tempo libero non ne avevo molto. In me si era comunque evidenziato il mio essere una collezionista e così come racimolavo oggetti, così, quando un autore mi piaceva leggevo le sue opere. Ho letto molti romanzi di Levi, Silone, Fallaci, Steinbeck, Deledda...Tra i tanti letti ce ne è uno che voglio ricordare: “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati. Desidero precisare che per me, leggere un libro, è come pormi davanti ad un quadro: guardo il dipinto senza lasciarmi influenzare dalle spiegazioni di importanti critici, ma andando alla ricerca delle emozioni che quei colori, quegli spazi o pieni o vuoti, quelle effigi sanno darmi ed è qualcosa che appartiene solo a me. E' come se il pittore volesse inviarmi un messaggio che solo io posso comprendere, un messaggio che può anche mutare perché, nello spazio e nel tempo, diversi sono gli stati d'animo con i quali guardo quel dipinto. Lo stesso vale per un romanzo con i suoi personaggi, le sue descrizioni e la sua trama. Leggendolo ritrovo parole e frasi che mi appartengono o che l'autore mi fa pronunciare, quelle che mi sono state rivolte e soprattutto quelle taciute e che intimamente sento vive in me.

Il Deserto dei Tartari ha rappresentato, in un particolare momento, la mia vita con sentimenti di speranza, di delusione, di paure, di attese... ma anche di turbamenti magari accantonati che spesso nella solitudine riprendono vita. Momenti di esaltazioni che, se anche condivise, difficilmente sai che sono interamente comprese da chi ti sta vicino; di errori di cui non ti rendi conto della gravità di quanto abbiano colpito persone a cui vuoi bene, ma anche errori subiti che hanno procurato sofferenza. Sentimento questo preludio del dolore che sarà sempre ed esclusivamente personale.

Nel romanzo il protagonista affronterà la sua battaglia che non sarà contro i Tartari, la sua vera nemica è la morte e la affronterà senza paura, con dignità e coraggio riscattando la sua vita... Quando allora lessi quel romanzo avevo ancora un lungo cammino da percorrere e non sapevo che ostacoli, difficoltà e morti sarebbero stati dei pesanti compagni di viaggio..

 

La libreria Nanni. Mi hai fatto ricordare Mariella che alle superiori, ma forse anche già alle medie, vendevo e compravo i libri usati lì. Eravamo in tanti. A pensarci ora .....non era una brutta idea.

Lola mi ha prestato il libro della sua vita": Il gallo è morto di Ingrid Noll ed. Arnoldo Mondadori 1996, 26.000£. Una scrittrice tedesca che racconta di una signora single o meglio zitella come lei detesta che la si chiami, perfetta impiegata di una compagnia assicuratrice che uccide un bel po' di persone con la migliore naturalezza senza che nessuno sospetti di lei. Un libro pieno di ironia che affronta i luoghi comuni con un'infinita naturalezza. Splendido! e lo dico io che non amo per nulla i gialli