L’importanza dei ''Caregiver"

Categoria
Relazioni umane
mani di persona anziana che tengono quelle di una persona giovane

 

Prendersi cura di altre persone che siano familiari, amici o persone con particolari fragilità dovrebbe essere una parte fondamentale di crescita nel percorso di ognuno di noi. Mi ritengo per questo fortunata che proprio il mio lavoro mi abbia portato a contatto con  persone che vengono sempre più frequentemente denominate ‘’caregiver’’, parola inglese che significa prendersi cura; ma, sono proprio queste persone, che dedicano tutta la loro esistenza all’aiuto di altri non autosufficienti, che a volte ne pagano le spese. Il rischio che corrono è l’isolamento dal mondo  sociale con conseguente difficoltà a chiedere aiuti esterni. Per quanto riguarda  il territorio di Bologna e provincia, si sono messi in opera importanti sistemi per contrastare la “reclusione” nelle quattro mura domestiche dei caregiver, e sollevarli, anche solo per qualche ora, dall’importante ruolo che assumono. Nei centri specializzati ci si occupa dell’accoglienza temporanea dei malati e dei non autosufficienti. 

In più per i caregiver ci sono possibilità di percorsi e interventi di sostegno psicologico e di aiuto socio-relazionale a sostegno sia individuale che familiare che di gruppo, eseguito  da  gruppi volontari come i Caffè Alzheimer, oppure con percorsi di auto e mutuo aiuto  finalizzati attraverso attività ludiche e ricreative e attività sportive come  gruppi di cammino, e ginnastica dolce e vari progetti come Teniamoci per mano ecc.. dove la consulenza e la  mediazione nelle relazioni con operatori, volontari e i  familiari che compongono il contesto di una situazione pesante, possono  aiutare sia psicologicamente sia  nella educazione sanitaria e sociale ed anche alla cura della persona malata con l’addestramento all'utilizzo di ausili specifici

Le numerose testimonianze  con cui  ogni giorno vengo a contatto mi hanno dimostrato come il sostegno attraverso una telefonata possa aiutare in momenti particolarmente pesanti ad alleviare  il peso di una situazione familiare compromessa da una grave malattia invalidante. Molte sono le storie di vita che ho conosciuto negli anni con il mio lavoro , ma quella che per sempre ricorderò è la vicenda della signora Marisa, una donna di ormai 77 anni che convive da più di cinque anni con una malattia altamente invalidante che le preclude ogni movimento e la rende di conseguenza dipendente da un’altra persona. La persona che si prende cura di Marisa è di fatto suo figlio Nicola, 53 anni, che da quando ha scoperto della malattia della madre si prende cura di lei a tempo pieno. Dai brevi racconti che la signora Marisa mi racconta sento tutto il peso di una situazione soffocante, aggravata dal senso di colpa di Marisa che soffre al pensiero di pesare sul figlio; ma, dalle sue parole sento anche il vero senso dell’amore e dell’aiuto perchè Nicola sta sacrificando molto, ma lo fa con una consapevolezza diversa, con un istinto primordiale di protezione che in pochi nella vita provano. Queste vicende le vivo tutti i giorni, e non so come mai la storia di Marisa e Nicola mi sia rimasta così impressa, forse perchè mi hanno trasmesso quello che secondo me è il vero significato della parola “Caregiver”, che va oltre il semplice concetto del “prendersi cura”, ma che grazie al mio lavoro ho imparato come tutto ciò sta a significare: amore incondizionato verso l’altro.

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14 maggio 2022

Una sorella che non si è mai sposata, e che ha dedicato la sua vita ai viaggi in tutto il mondo, ad arricchire la sua cultura e anche aiutandomi. Poi , per lei , è arrivata la vecchiaia e il bisogno di essere assistita e così ho iniziato la mia carriera di Caregiver, prima da sola, poi affiancata da una badante. Non è un lavoro e neppure una professione , ma mi viene da chiamare, ciò che si fa per le persone care, abnegazione.  Si fa per amore ma , nello stesso tempo  si rinuncia a parte della propria vita, cercando di sorridere, anche quando hai la sensazione che, e lo dico con un filo di amarezza, per la persona che assisti, ciò che stai facendo non è poi così tanto. Per cinque anni non ci sono state né domeniche ,né Natali, né Pasque, né vacanze.... però sono contenta di averlo fatto ed ora, che ho raggiunto l'età in cui mia sorella ha avuto bisogno di una badante, mi sento fortunata perché ancora me la cavo quasi da sola.