I Portici di Bologna: Patrimonio dell'Umanità UNESCO

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Storia della nostra città
I Portici di Bologna: Patrimonio dell'Umanità UNESCO

l 28 luglio 2021 i Portici di Bologna sono entrati a far parte della lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Ad essere candidati e poi scelti non è però la totalità dei portici, ma una serie di 12 componenti che rappresentano, nel loro insieme, uno spaccato della varietà architettonica, storica e micro-geografica - con rappresentanza di parti del centro storico e di altri più periferici. Bologna vanta un’estensione di tratti porticati pari a ben 62 chilometri, dato che non trova eguale in nessun altro luogo al mondo. 

Per entrare a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO è necessario dimostrare che il sito candidato possiede un Eccezionale Valore Universale. Ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è il fatto che i beni che lo costituiscono appartengono a tutte le popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali esse sono collocati. Bologna vanta un’estensione di tratti porticati pari a ben 62 chilometri, dato che non trova eguale in nessun altro luogo al mondo. A chi passeggia per Bologna ancora oggi si presenta una varietà di architettura porticata eccezionale. D’altra parte proprio questo aspetto ha sempre colpito viaggiatori di passaggio, artisti e studiosi, che hanno poi contribuito all’esportazione del modello del portico bolognese e alla sua diffusione in tutto il mondo 
A magnificare la bellezza dei portici bolognesi anche l'immortale scrittore Stendhal che, nel suo diario di viaggio, “Voyages en Italie”, del 1826, scrisse: “Sovente, alle due di notte, rientrando nel mio alloggio, a Bologna, attraverso questi lunghi portici, l'anima esaltata da quei begli occhi che avevo appena visto, passando davanti a quei palazzi di cui, con le sue grandi ombre, la luna disegnava le masse, mi succedeva di fermarmi, oppresso dalla felicità, per dirmi: Com'è bello!”.  

Questi insiemi di portici sono considerati i più rappresentativi tra i portici cittadini, che coprono un'estensione complessiva di 62 km. Alcuni dei portici sono costruiti in legno, altri in pietra o mattoni, nonché in cemento armato, a copertura di strade, piazze, vialetti e camminamenti, su uno o entrambi i lati di una strada. La proprietà comprende fabbricati porticati che non costituiscono un continuum strutturale con altri fabbricati e quindi non fanno parte di un camminamento o passaggio coperto comprensivo. I portici sono apprezzati come camminamenti riparati e luoghi privilegiati per le attività mercantili. Nel 20° secolo, l'uso del cemento ha consentito la sostituzione dei tradizionali portici a volta con nuove possibilità costruttive ed è emerso un nuovo linguaggio architettonico per i portici, come esemplificato nel quartiere Barca. Insieme, i portici selezionati riflettono diverse tipologie, funzioni urbane e sociali e fasi cronologiche. Definiti come proprietà privata ad uso pubblico, i portici sono diventati espressione ed elemento dell'identità urbana di Bologna. 
 

Come sono nati

I portici di Bologna sono nati nell'alto medioevo, per “prolungare” la superficie degli edifici privati. La prima testimonianza storica risale all'anno 1041. I portici, oltre a offrire riparo dalle intemperie e dal sole, hanno rappresentato anche uno strumento per l'espansione di attività commerciali e artigiane, oltre a rendere più abitabili i pianterreni, isolandoli dalla sporcizia e dai liquami delle strade. Nei secoli successivi, il numero dei portici aumentò in modo massiccio, soprattutto grazie al forte incremento della popolazione dovuto all'arrivo di studenti e professori all'Università di Bologna, ma anche all'esodo dalle campagne. A partire dal 1288, un bando del Comune stabilì che tutte le nuove case dovessero essere costruite con il portico e quelle già esistenti lo aggiungessero. Al proprietario, spettava l'onere del mantenimento, ma restava del Comune l'uso pubblico del suolo. Il bando specificava che i portici dovessero essere alti almeno sette piedi bolognesi (2,66 metri) e larghi altrettanto, per permettere il transito di un uomo a cavallo. Gli statuti del 1352 imposero, invece, un'altezza e una profondità di 10 piedi (3,60 metri) per i nuovi edifici.

Materiali di costruzione

In principio i portici erano realizzati in legno, poi, successivamente a un decreto emanato il 26 marzo 1568 dal governatore pontificio Monsignor Giovanni Battista Doria e dal Gonfaloniere Camillo Paleotti, furono costruiti in laterizio o pietra. Sopravvivono ancora in città alcuni edifici con portico in legno, alcuni risalenti all'epoca medievale, altri ripristinati all'inizio del Novecento. 
 

I 12 tratti 'promossi'
L'UNESCO riconosce come patrimonio dell'umanità 12 tratti di portici, per un'estensione totale di 62 km: 
Portici residenziali di Santa Caterina
Piazza porticata di Santo Stefano
Strada porticata di Galliera
Portico del Baraccano
Portici commerciali del Pavaglione e dei Banchi
Portico devozionale di San Luca
Portici accademici di via Zamboni
Portico della Certosa
Portici di piazza Cavour e via Farini
Portici trionfali di Strada Maggiore
Edificio porticato del quartiere Barca
Edificio porticato del MAMbo. 

Il portico di San Luca: il più lungo del mondo

Il portico di San Luca, con i suoi 3.796 metri di lunghezza e 666 arcate, è il portico più lungo al mondo. Conduce fino al Santuario della Madonna di San Luca, icona veneratissima dai bolognesi di nascita e di adozione: lungo il portico (da secoli, tranne che in questi anni di pandemia) la Madonna di San Luca scende e risale, accompagnata da ali di fedeli, a maggio. Il portico ha 15 cappelle ed è punteggiato di lapidi ed epigrafi commemorative di varie epoche. Si decise di costruirlo per proteggere i pellegrini che si recavano al santuario dalla pioggia. Alla sua edificazione parteciparono cittadini di ogni classe sociale, dal 1674 al 1721, sotto la direzione dell'architetto Gian Giacomo Monti. Alla sua morte, i lavori furono completati da Francesco Monti Bendini e da Carlo Francesco Dotti, che progettò l'Arco del Meloncello.

Il portico più stretto, il più alto e il più largo

Il portico più stretto della città, con appena 95 centimetri di larghezza, si trova in via Senzanome, in zona Saragozza. Il più alto, invece, è quello del palazzo dell'Arcidiocesi di Bologna, in via Altabella, che sfiora i dieci metri d'altezza. Infine, il portico più largo della città è quello della basilica di Santa Maria dei Servi, in strada Maggiore. Progettato alla fine del Trecento, dal famoso architetto Antonio di Vincenzo, la sua costruzione iniziò nel 1393 per concludersi solo nel 1855, con l'erezione del quadriportico davanti alla facciata.

Quest'anno il sindaco di Bologna ha annunciato il Festival dei Portici, prima edizione a maggio 2023.

“Chiamiamo Bologna a mettersi al lavoro come cantiere creativo collettivo - è il commento del sindaco Matteo Lepore -. Il coinvolgimento delle realtà artistiche locali e della cittadinanza, unito all’apporto di ospiti e collaborazioni nazionali ed internazionali, metterà la nostra città sotto i riflettori. Una città aperta, inclusiva e accogliente, caratterizzata da un fermento creativo speciale e da un ‘bene comune’ come i Portici, che nella loro caratteristica di spazio pubblico-privato rendono unica la nostra città”. https://www.comune.bologna.it/notizie/festival-portici-prima-edizione-maggio-2023

Nel Sito Ufficiale di Informazione Turistica di Bologna potete trovare Proposte di itinerario, brochure, audioguida.

https://www.bolognawelcome.com/it/blog/i-portici-di-bologna itinerario
https://static.bolognawelcome.com/immagini/7f/29/5c/d5/20201116144643.pdf brochure
https://static.bolognawelcome.com/immagini/83/b2/50/64/20201116104327.mp3 audioguida

BUONA PASSEGIATA!

Fonti:
https://www.bolognawelcome.com/
http://comune.bologna.it/portici/i-portici-nel-mondo
https://whc.unesco.org/
https://it.wikipedia.org/wiki/Portici_di_Bologna 
http://whc.unesco.org/document/181034