La Bohème, la gioventù e il Teatro Comunale di Bologna.

Ho visto per la seconda volta il capolavoro di Giacomo Puccini nella versione del regista inglese Graham Vick, recentemente scomparso per complicazioni da Covid. Vick ha ambientato l’opera ai giorni nostri, ispirandosi a Piazza Verdi. “L’arte deve parlare a chi c’è, non a chi è stato” ha spiegato così la genesi dell’adattamento “Ambientato dove ti offrono la marijuana alle 10 del mattino”. 
I quattro amici Rodolfo, Marcello, Schaunard, Colline e le due giovani seducenti Mimì e Musetta condividono quel poco che hanno, ma allo stesso tempo sono egoisti e indifferenti. Tutti evitano la realtà e il dolore: l’ultimo farmaco per Mimì è l’eroina, c’è la paura della morte di Rodolfo e alla fine tutti fuggono e nessuno resta con la morta. L’ambientazione della tragedia, così calata in un ambiente familiare e contemporaneo, mi ha emozionato e lo spettacolo mi è piaciuto molto. Alcune mie amiche hanno contestato la trasposizione dell’opera ai tempi moderni perché si altera il dramma lirico come pensato da Puccini.

La Boheme  

27 Luglio 2021

Anche il teatro Comunale di Bologna, dopo il Covid, ha riaperto i battenti mettendo in scena un'opera lirica tra le più amate tra gli italiani: la Boème. Sono contenta che Lola ne sia stata una entusiasta spettatrice soprattutto perché ne ha ammirato la nuova ambientazione. Lola complimenti tu possiedi una  dote che non è di tutte le persone, specialmente di quelle anziane, che non sanno accettare i cambiamenti. Un po' come i bambini piccoli, quando si racconta loro una favola non si può più spostare neppure una virgola! Io non amo tanto le opere  tuttavia, all'Arena di Verona, ho visto la Gioconda e l'Aida. In quell'ambiente tutto diventa magico e ti senti così coinvolta da diventare un tutt'uno con i personaggi in scena. Auguro a tutte le persone che  amano  davvero l'opera lirica di andare, almeno una volta nella vita, a vederne una all'Arena di Verona.

All'Arena di Siracusa a 19 anni quasi per caso, ho visto l'Aida, che emozione! anche io trovo quanto descritto da Lola molto interessante. Piazza Verdi è davvero un luogo di grande problematicità per Bologna. Mi dico sempre: se fosse chiaro a tutti e soprattutto ai ragazzi che eroina ma anche marjiuana stanno a braccetto con mafia sarebbero più attenti al loro consumo? Così come il proibizionismo americano ha reso ricca la mafia di Al Capone, oggi le canne passano attraverso la malavita organizzata e quindi farsi una canna significa anche arricchire la mafia. Non so se è chiaro per tutti.

La Bohème è un'opera lirica che mi è piaciuta da subito e che ho messo nella lista delle mie opere preferite. E' un'opera che sembra uscita di getto dalla penna degli autori del libretto Luigi Illica e Giuseppe Giacosa e dall'autore della musica, il grande Giacomo Puccini. Le sue romanze sono diventate immortali, da " Gelida manina" a "Si mi chiamano Mimì" del primo atto, per proseguire nel terzo atto con "Ci lascierem alla stagion dei fiori" per concludersi nel quarto con "Sono andati fingevo di dormire". L'opera ha una sua freschezza ed allo stesso tempo una sua leggerezza, nonostante la drammaticità della trama, perchè è permeata dal grande amore che unisce Rodolfo e Mimì, gaia fioraia, ammalata di tisi per la povertà della sua esistenza.
Luciano Pavarotti e Mirella Freni furono due grandi interpreti di quest'opera e non so quante volte l'abbiano cantata insieme ed ho avuto la fortuna, sul finire degli anni sessanta, di assistere al Teatro Comunale di Bologna, l'opera interpretata da questi due grandi cantanti.
Non meno importanti sono gli altri personaggi, che possono a prima vista sembrare di contorno, ma che in realtà sono anche loro essenziali per completare il quadro di una esistenza povera, fatta di espedienti, ma con momenti felici e spensierati, sempre di grande solidarietà, non dimentichiamo la romanza del filosofo Colline "Addio vecchia zimarra", nella quale il buon filosofo offre l'unica sua proprietà, per racimolare un pò di denaro per aiutare la povera Mimì ormai morente, una vecchia zimarra.
Ho visto due volte in televisione la versione di Vick. Non sono amante delle opere ambientate ai giorni nostri, con costumi odierni, perchè ritengo che sia uno snaturare l'opera, ma devo confessarvi che mi è piaciuta e la drammaticità di un'esistenza così disperata è stata ben rappresentata. Mi sono piaciuti i cantanti, tutti giovani, ideali interpreti di un'esistenza povera, come quella di questi quattro studenti. Sono stato anch'io uno studente povero e chi non lo era nel periodo primi anni sessanta?
Forse è anche per questo, oltre alla stupenda musica di Puccini, che la Bohème mi piace tanto. 

Gabriele Vitali