Le piante grasse
Un contributo di Valentina Bettini
Venerdì, 22 Agosto 2025
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“Il cactus è come le nostre vite.
Piene di spine, ma a volte racchiudono momenti di grande bellezza.”
Pamela Browing
Le piante grasse rappresentano un universo molto vasto, variopinto e multiforme.
Queste specie botaniche crescono in vari angoli del pianeta: dalle foreste tropicali brasiliane al Sudamerica, dal Mediterraneo alle Ande ma anche in Africa, Australia e in alcune regioni asiatiche. Con il passare del tempo si sono diffuse un po’ ovunque a scopo ornamentale grazie alle loro forme e ai loro fiori dai colori vivaci, ma soprattutto per la semplicità della loro coltivazione. La caratteristica che accomuna tutte le piante grasse è la loro capacità in natura di trattenere l’acqua piovana per resistere ai lunghi periodi di siccità che spesso caratterizzano l’ambiente in cui vivono (regioni aride).
Il primo accenno storico a questa tipologia di piante risalirebbe ai Greci che, nel 500 a.C. coniarono il termine kaktos per indicare piante con spine (in seguito si scoprirono essere una specie di cardo). A partire dal XVI secolo le piante grasse cominciarono ad arrivare in Europa, al rientro dai loro viaggi nel Nuovo Mondo i conquistatori e i missionari riferivano di avere assistito a cerimonie dove le popolazioni locali utilizzavano delle piante a essi sconosciute. Secondo un’antica leggenda atzeca, un potente sacerdote sognò un cactus nato da una roccia, tanto enorme da sembrare un albero, su di esso si posò un’aquila e ivi restò a riposare; da questa leggenda il popolo atzeco prese il nome della propria capitale Tenochtitian poi divenuta città del Messico. Nel XVIII secolo per la prima volta, le piante grasse furono classificate con nomi di origine latina e greca per merito del medico e naturalista svedese Carlo Linneo; la sua classificazione botanica viene utilizzata ancora oggi. Il termine pianta grassa non è propriamente esatto dal punto di vista botanico , il termine più corretto per indicare questa tipologia di piante sarebbe “succulente” in quanto dotate di tessuti ”succulenti” chiamati parenchimi acquiferi che immagazzinano l’acqua nelle foglie, nel fusto o nelle radici durante i periodi di pioggia per sopravvivere a siccità e climi desertici. Generalmente utilizziamo il termine cactus in maniera impropria in quanto il termine si riferisce solo a una determinata famiglia originaria del continente americano; si usa quindi distinguerle tra cactacee e succulente non cactacee, tra queste ultime ricordiamo: aloe, agave e kalanchoe.
Una curiosità: l’ Euphorbia pulcherrima che noi tutti conosciamo come stella di Natale è una pianta ornamentale originaria del Messico appartenente alla famiglia delle euforbiacee, fa quindi parte delle piante grasse.
La coltivazione di questa tipologia di piante è semplice e può essere tranquillamente effettuata all’interno di un appartamento oppure su un piccolo balcone. L’apporto d’acqua per le succulente è determinante per la buona riuscita della coltivazione, la quantità necessaria consigliata è quella sufficiente a bagnare ( ma non inzuppare ) tutto il pane di terra, ricordatevi che tutte le piante grasse se bagnate in modo esagerato e fuori dalla stagione di crescita soffrono e muoiono. Durante l’inverno le succulente affrontano un periodo di riposo e quindi smettono di crescere, durante questo periodo di quiescenza vanno annaffiate raramente, se la pianta si trova all’aperto non deve essere mai bagnata perché le sarà sufficiente l’acqua che assorbe dalle radici. Nella stagione estiva queste piante, soprattutto se interrate in piccoli vasi necessitano di annaffiature quotidiane. Ricordiamo infine che le piantine giovani devono essere sempre mantenute umide durante i primi mesi di vita.
Se volessimo omaggiare una persona a noi cara di una di queste piantine possiamo utilizzare il linguaggio dei fiori sviluppato nel XX secolo dove l’ Agave significa sicurezza e stabilità quindi regalarla è considerata un augurio di prosperità.
In generale le piante grasse rappresentano forza, perseveranza, resistenza e sentimenti duraturi, rappresentano quindi la nostra vita.
Letture consigliate:
-Il ritorno delle piante di Fabio Marzano (edizioni EDT)
storie di nuove convivenze tra uomo e natura
-Le emozioni nascoste delle piante di Didier Van Cauwelaert
(Universale Economica Feltrinelli)
Come si esprimono, comunicano e interagiscono i vegetali
Bibliografia:
-Piante grasse (edizioni Dix)