La parola "ostile"

Il significato della parola “OSTILE” deriva dal latino. L’hostis è il nemico!

Quindi l’aggettivo ostile descrive qualcosa che rivela inimicizia, contrasto forte. Porta con sé sentimenti che tendono a nuocere. Se parliamo di persone, ostili sono coloro che nutrono e manifestano sentimenti o atteggiamenti di malevolenza e di avversione nei confronti degli altri.

A volte mi succede di ricevere commenti sgradevoli, sia scritti ad es. nei messaggi WhatsApp o Facebook, sia verbali ad es. nei negozi, e la prima cosa che mi viene in mente è di rispondere “a tono”.

Poi mi fermo e rifletto. E voi che fate?

La parola ostile mi riporta molto indietro nel tempo quando ogni furto nelle abitazioni era attribuito dai miei vicini di casa agli zingari, proprio “quelli del campo” vicino alla Via Emilia Levante. Abito a Bologna fin dal 1963. I luoghi della mia gioventù e senilità sono le zone di Mazzini e San Ruffillo, poi unite sotto il nome di Quartiere Savena. Allora come adesso gli zingari Sinti abitavano in “quel campo” a ridosso di San Lazzaro. Negli anni ‘70-’80 gli zingari disseminavano paura nel mio quartiere perché, oltre ad essere diversi da noi, erano additati come i responsabili di tutti i furti. Mi segnò in modo particolare un episodio d’intrusione nel mio appartamento, sventato però dal mio dirimpettaio. Mentre il mio vicino mi riferiva l’accaduto, mi soffermavo ad osservare il suo atteggiamento e la sua rappresentazione dei fatti. Con una certa soddisfazione affermava di averli spaventati gridando loro di andare via, ma era anche pronto ad affrontarli con la pesante mazza da baseball che mi mostrava impugnandola, con un deciso cipiglio, molto fiero di cotanto strumento di autodifesa. In seguito l'ostilità si è rivolta ad altri gruppi, per esempio “gli albanesi”, anche se l’avversione verso gli zingari, non importa se Rom o Sinti, non si è mai attenuata. Intanto che scrivo penso all’importanza che hanno sempre avuto le Istituzioni, soprattutto Comune – Quartiere, per gestire i picchi di ostilità nei confronti delle persone diverse. Ciò mi ha permesso una civile convivenza in sicurezza con tutti fino all’arrivo dei social media. La mia vita ha subito un brusco cambiamento con facebook. Per anni ho cercato di reprimere la mia indignazione verso il disconoscimento di certi valori e la diffusione di commenti volgari senza trovare mai un vicino di casa con il quale condividere la mia rabbia. Ancora adesso sto cercando un parafulmine virtuale! 
P.S. Al popolo dei gitani associo il film “Gatto Nero, Gatto Bianco” (Black Cat, White Cat -1998 ) del regista Emir Kusturica.
 

Dalla raccolta "Il Folle" di Gibran Kahlil Gibran. Ed. TEA

 

Disse un filo d'erba

Disse un filo d'erba a una foglia autunnale: "Fai un tal rumore quando cadi! Mandi all'aria tutti i miei sogni invernali".

Indignata la foglia rispose: "Chi nasce in basso resta in basso! creatura permalosa e muta! Tu non vivi negli strati elevati dell'aria e non puoi sapere cosa sia il canto".

La foglia  autunnale si sdraiò per terra e si addormentò. Quando la primavera fece ritorno si risvegliò - ed era diventata un filo d'erba.

E quando con l'autunno il sonno invernale cominciò ad avvolgerla, e nell'aria volteggiavano le foglie cadenti, essa disse fra sé: "Queste foglie autunnali! Fanno un tal rumore! Mandano all'aria tutti i miei sogni invernali".

 

La poesia “Disse un filo d’erba” ha suscitato la mia curiosità per il modo piacevole di mostrare le due facce della stessa medaglia, tant’è che ho subito ordinato al mio edicolante due testi: “Il Folle” in italiano e “The Madman” in inglese. Questa mattina l’edicola mi ha consegnato un solo libro provvisto di versione inglese e italiana (Kahlil Gibran “Il Folle” Ed. SE). Grande è stata la mia soddisfazione e pure per l’edicolante!

Bellissima la poesia di Gibran e la foto sgranata della foglia. La poesia lascia intendere che "ostile" è un moto dell'anima, in qualche modo perchè la persona che vive il sentimento si sente "truffato" dalla vita, e aspetta quindi un "risarcimento". Se ci pensiamo bene anche "gli stranieri" che entrano in Italia, si sentono truffati e cercano un risarcimento. Secondo me però non ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall'atra. Sono vere, io credo, le due cose. Però penso anche che noi Italiani abbiamo dei motivi e ci stiamo adoperando per cambiare, noi stessi e tutte le situazioni intorno. Di migrazioni ne abbiamo viste tante, sia da protagonisti che da accoglitori. Per quanto riguarda la nostra vita e i nostri sentimenti, è difficile non essere "ostile" quando subisci comportamenti ingiusti. Io personalmente vivo questa società molto "ostile", di corsa, perché dobbiamo fare, produrre, se no quello non è contento, quell'altro si aspettava qualcosa di diverso...ecc...ecc Forse in fondo in fondo abbiamo molta paura dei cambiamenti e qualsiasi cosa diversa dal nostro pensiero è"ostile".